ANNA COLITTI
contatti: info@annacolitti.net
sito in costruzione / website under construction
OPERE SCELTE
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ultima
personale dell'artista, dal 29 settembre al 30 novembre 2023
NELLE STANZE DELL’ANIMA
di Giorgio Bonomi
La
tecnica preferita da Anna Colitti per realizzare le sue opere è
la fotografia. Con questa l’artista opera soprattutto con l’autoscatto
e quindi con l’autoritratto. |
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"La
relatività del tempo" La
relatività del tempo "Ultimamente
sto riflettendo molto sul concetto di tempo, sulla valenza diversa che
il suo scorrere ha per ognuno, su ciò che comporta il diverso
relazionarsi ad esso. Dalle mie riflessioni, basate su osservazione
ed esperienza, ho potuto comprendere come il tempo nel suo scorrere
sia “relativo”, diverso per ognuno (interpellando un vocabolario
infatti troviamo: relativo = part. contrapposto ad assoluto, dipendente
dall’ambiente o dall’osservatore). "Lately,
I've been thinking a lot about the concept of time, the different value
that its passing has for each person, about what imply the different
ways of relating to it. _________________________________________________
"Dioniso
I" "Dioniso
II" DIONISO
I e DIONISO II Nell’opera
mi ritraggo nei panni di Dioniso. La scelta del personaggio è
intimamente legata al percorso di evoluzione personale che svolgo quotidianamente
nella mia vita. La tematica mi è molto cara in tutte le sue accezioni,
dalla ricerca di un legame con il divino all’imparare a godere
della Creazione. Su
Dioniso:
On Dionysus
HUMAN RIGHTS - THE FUTURE'S SHAPE - WOMEN CAN SAVE THE WORLD
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Tecnica: fotografia analogica medio formato
Misure: 100x100cm
Supporto: stampa fine art montata su d-bond
Anno: 2012
"The relativity of time"
Technique: medium format analogue photography
Dimensions: 100 x 100 cm
Support: fine art prints installed on d-bond
Year: 2012
Il tema del tempo è interpretato simbolicamente in quello che,
nella mia visione, è il modo ideale di viverlo: una donna (autoritratto),
su una vecchia barca, lascia scivolare tra le dita della sabbia che
scende a tuffarsi nella laguna circostante. Le acque, illimitate e immortali,
sono il principio e la fine di tutte le cose terrene. La barca è
come il vivere per trascendere. Le mani sono similmente ad una clessidra
da cui scorre via il tempo della vita, e questo tempo è sereno
per la donna, come per chiunque ha trovato in Sé la serenità
interiore.
L’opera
che rappresenta questo tema è una fotografia analogica realizzata
su pellicola a medio formato e digitalizzata per la stampa su fine art."
(2012)
The relativity of time
I have been able to understand how time in its passing is "relative",
different for everyone, in fact we find in a dictionary: relative =
particular as opposed to absolute, dependent on the environment or the
observer.
The issue of time is symbolically interpreted in what is, in my view,
the ideal way of experiencing it: a woman (self-portrait), in an old
boat, let the sand slip through her fingers that goes down dropping
into the surrounding lagoon. The waters, endless and immortal, are the
beginning and the end of everything earthly. The boat is like the living
to transcend. The hands are similar to an hourglass from which runs
off the time of life, and this time is quiet for the woman, as for anyone
who has found in Him/Herself the inner serenity.
The work that represents this theme is a picture of analogical medium
format film and digitalized for printing on fine art." (2012)
Tecnica: fotografia digitale
Materiali: stampa fine art, pannello d-bond
Misure: 75x55cm
Anno: 2014
"Dionysus I"
Technique: digital photography
Support: fine art prints installed on d-bond
Dimensions: 75x55cm
Year: 2014
Tecnica: fotografia digitale
Materiali: stampa fine art, pannello d-bond
Misure: 56x78cm
Anno: 2014
"Dionysus II"
Technique: digital photography
Support: fine art prints installed on d-bond
Dimensions: 56x78cm
Year: 2014
A questo proposito ho ha scelto di impersonare due diverse incarnazioni
della divinità: l’aspetto più carnale (ricerca)
in “Dioniso I” e quello più spirituale (comunione
con il divino) in “Dioniso II”.
La scelta estetica è invece legata al mio amore per la luce,
fondamentale nelle opere che realizzo. Da qui la decisione di ispirarmi
ai dipinti di Caravaggio per questo lavoro. Ho preso ad esempio il “Bacchino
malato” perché mi piaceva molto la composizione e gli elementi
utilizzati, ma ho deciso di modificare alcune cose (incarnato, espressione,
posizione del corpo) per rendere a pieno il concetto che volevo esprimere,
maggiormente legato alla Grecia e al culto di Dioniso, piuttosto che
al Bacco romano.
Dioniso è stato l’ultimo degli dei a dimorare nell’Olimpo.
Nell’evoluzione filosofica della società greca Dioniso,
dio del vino, ha avuto un'importanza man mano crescente. Il suo culto
è associato alla conoscenza dei misteri della vita dopo la morte.
Dioniso era invocato durante cerimonie (riti a carattere segreto che
fanno parte dei culti misterici – i quali arrivarono dalla Grecia
a Roma, dove Dioniso prese il nome di Bacco) a lui dedicate affinché
rinnovasse il ciclo della vita vegetale e aiutasse la comunione tra
l’uomo e il sovrasensibile. Egli doveva far scorrere il vino (al
tempo bevanda sacra) e, rendendosi personalmente presente tra gli uomini,
possederli con la sua “mania” offrendogli la possibilità
di oltrepassare il limite della loro condizione attraverso un esperienza
mistica che permetteva un contatto più stretto con il divino.
In questo il godere di tutta la creazione divina è segno di riconoscenza.
DIONYSUS 1 & 2
In the work I retract myself into the role of Dionysus. The choice of
character is intimately related to the path of personal evolution that
I perform in my daily life.
The topic is very dear to me in all its forms; from the search for a
link with the divine to learning to enjoy the Creation.
In this regard, I chose two different interpretations of the divinity:
the more carnal aspect (searching) and that of the more spiritual (communion
with the divine).
The aesthetic choice is instead linked to my love of light and shadows,
which is fundamental in the work I do.
Hence the decision to be inspired by the paintings of Caravaggio for
this work.
I took as an example the "Sick Bacchus" because I really liked
the composition and the elements used, but I decided to change some
things (flesh, expression, body posture) to render in full the concept
that I wanted to express, more related to Greece and the cult of Dionysus,
rather than the Roman Bacchus.
Dionysus was the last of the gods to dwell on Olympus. In the philosophical
evolution of the Greek society Dionysus, god of wine, had gradually
increasing importance. His cult is associated with the knowledge of
the mysteries of life after death.
Dionysus was invoked during ceremonies (rites of a secret character
that were part of the mystery cults – of those which arrived from
Greece to Rome, where Dionysus took the name of Bacchus) dedicated to
him so that he would renew the cycle of vegetal life and facilitate
the communion between man and the supersensory. He had to make the wine
(at the time a sacred drink) flow and, by being personally present among
men, possess them with his "mania" by offering the possibility
of exceeding the limit of their condition through a mystical experience
that allowed a closer contact with the divine. In this, the enjoyment
of all divine creation, is a sign of gratitude.
"Anna Colitti’s talent expresses itself, on both
sides of the lens.
Her photographic abilities are readily seen in her precise lighting,
exposure and composition.
However, she is equally talented in front of the lens.
Her sensual, androgynous portrayal of Dionisio, captures the young God’s
very essence.
Dionisio, like wine, can bring bliss and relaxation, or provoke bitterness
and fury.
As Anna gazes into your soul, is she attempting to seduce you…….
or is she challenging you?"
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141 ARTISTI DA 31 PAESI DIFENDONO LA PARITA' DI GENERE
a cura di Roberto Ronca
http://aiapi.it/women#prev
(video, articoli, foto dell'inaugurazione)
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"Offerta" |
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"Inside
Outside" |
In quest’opera esamino una predisposizione interiore che reagisce
al contatto con una realtà esteriore opposta a cui si sente impotente,
facendone nascere un emozione di sofferenza. (testo del 2014) |
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Tratto
da "Il corpo solitario. L'autoritratto nella fotografia contemporanea
vol II" di Giorgio Bonomi, Rubbettino Editore Dà sempre ai suoi autoritratti un valore simbolico: se abbiamo una dimostrazione di uno stato "malinconico", di "inquietudine", abbiamo anche quello della "morte", che viene così rappresentata proprio per esorcizzarla, dato che, come afferma la stessa artista: "per trovare la Luce, occorre attraversare l'ombra". Con un percorso interiore, realizzato con l'introspezione, piano piano raggiunge la consapevolezza di sé. Si accorse della "relatività del tempo" (con la sabbia che, come nella clessidra, scivola lentamente dalle sue mani), non rifiuta momenti "esoterici", arriva anche alla "offerta". Colitti ci presenta un lavoro complesso, molto pensato ma realizzato in maniera "semplice", "fresca", senza quei possibili appesantimenti che un pensiero profondo potrebbe arrecare. |
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Selezione di Autoritratti della serie "Love & sorrow" e "Faith and devotion" 1998/2000
"Martirio" |
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"Percorsi"
(collezione Seat) |
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"Oltre
le tenebre" (collezione privata) |
Allestimento dell’opera in giardino, stesa sul prato,
volta al cielo, a riflettere lo spazio sovrastante a beneficio dell’osservatore. La forma quadrata richiama il quaternario inteso a livello simbolico: i quattro elementi, le quattro fasi in cui si divide naturalmente ogni ciclo (le stagioni, le fasi lunari, le età della vita umana, ecc) o, più spiritualmente, i “termini” di cui parla René Guénon. All’interno del materiale nero – che simboleggia le tenebre – si trovano diversi squarci che rivelano il cielo (sereno e soleggiato, piovoso, o notturno pieno di stelle che sia, a seconda della predisposizione climatica) simbolo della speranza dell’uomo e del suo collegamento con qualcosa di superiore. Opera che vuole portare un pensiero positivo in questo periodo difficile: grazie questi squarci nelle tenebre la Speranza non morirà e l’uomo riuscirà a trovare di nuovo la Luce. |
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"Ingresso
della luce" |
La
materia della lastra di rame viene lavorata, nella parte bassa, con
ritmici passaggi di “mezzaluna” fino ad ottenere una trama
fitta che consente di conseguire una superficie nera nella fase di stampa.
I bianchi - gocce di luce nell’oscurità - sono ricavati
successivamente riportando il rame ad uno stato di livellamento attraverso
una pressione dei quelle zone. |
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"Anima
Ardente " |
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"Lapis" |
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Paesaggi
industriali Avendo
avuto la fortuna di crescere in un ambiente rurale ho potuto fare esperienza
dell’importanza di vivere a contatto con la natura, sentirne le
energie sottili e indagarne l’influenza sull’essere umano.
Nelle esperienze di relazione interpersonale ho potuto notare come questo
legame sia quasi assente in chi ha da sempre vissuto in città,
e come questa assenza possa allontanare l’uomo da un “sentire”
più ampio rispetto a quello principalmente materiale. La
realizzazione di questa serie di opere è iniziata cercando dei
luoghi per me significativi e andando in loco a realizzare
delle riprese fotografiche in bianco e nero. Dopo aver sviluppato il
rullino ho stampato le fotografie in camera oscura e successivamente
ho realizzato delle elaborazioni pittoriche manuali a partire da queste,
in modo che il risultato mi permettessero di ottenere un immaginario
fantastico, scarno e desolante o, in alcuni casi, apocalittico. Partendo
dagli elaborati così ottenuti ho realizzato diversi oli su tela.
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Industrial
I rappresenta un interno quasi claustrofobico in cui un macchinario
si staglia in un atmosfera immobile, innaturale come i colori che la
rappresentano, fuori dal tempo. |
Nel
Dittico vediamo delle tubature di metallo, con altri
elementi metallici, affiorare da un fondo inesistente, quasi apparire
dal nulla o dalla nebbia. Si possono scorgere alcune linee di costruzione
o schizzate, ad alludere alla costruzione operata dall’uomo. I
toni sono monocromi, richiamano il colore della terra e della ruggine,
e rimandano a un senso di alienazione e smarrimento. |
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"My
past" Opera
nata da un ritrovamento "casuale" che mostra ciò che
ero oltre 15 anni fa, la traccia rimasta non è solo della parte
più densa del mio corpo, ma anche di quello che era il mio modo
di essere all'epoca: si distingue la presenza di numerosi piercing che
allora non ho voluto togliere per effettuare la radiografia ai raggi
X. Piercing che non ho più, e di cui rimane traccia sulla mia
pelle, oltre che sul mio carattere, anche se adesso sono profondamente
altro da allora. |
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BIOGRAFIA BIOGRAPHY Anna
Colitti currently lives between Venice and Udine. She is an
artist who opens her style amongst the various disciplines of visual
arts, by caring and deepening both theorical and practical aspects. In
2007 she won “Pagine Bianche d’Autore” for the Friuli
Venezia Giulia region. The artwork now belongs to Seat collection (Tourin). |
Desidero
ringraziare per il loro prezioso contributo due amici che mi hanno aiutato
nella realizzazione di altrettante: Diego Lorenzo Zanitti per il suo
occhio ne “La relatività del Tempo” e Gionata Biavati
per la sua fantastica empatia in “Dioniso I e II”. |
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Presentazione del libro di Giorgio Bonomi "Il corpo solitario
III" tenuta a giugno 2022 al Museo del Novecento a Firenze;
sullo sfondo, dietro il critico e i relatori, si vedono sei opere dell'artista
Anna Colitti contenute nel volume.
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ESPOSIZIONE DELL'ARCHIVIO DELL'AUTORITRATTO FOTOGRAFICO DEL MUSINF.
Senigallia, Rocca Roveresca, 2018.
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INAUGURAZIONE ESPOSIZIONE PRESSO LO SPAZIO TRASPARENZE.
Venezia Mestre,
2017.